Arianna

Mitologia

Classe: 1°F , ITAS Bocchialini, A.S. 2017/18

Coordinato da: Alessandro Bagnoli

Voce Elisabetta Pozzi

Dove mi trovo

Storia del personaggio

IL MITO: ARIANNA era una principessa, nata a Cnosso, capitale dell’isola di Creta.

Suo padre era il re Minosse e sua madre Pasifae. Pasifae, a causa di una maledizione inflittale da Poseidone, diede alla luce il Minotauro: un terribile mostro dal corpo umano ma dotato di pelliccia, coda, zoccoli e testa taurina. Minosse rinchiuse il Minotauro all’interno del labirinto di Cnosso. Il Minotauro si cibava di carne umana e, ogni anno, venivano inviati da Atene a Creta sette fanciulli e sette fanciulle come sacrificio. Un giorno, però, giunse a Creta un giovane ateniese, deciso a uccidere il Minotauro: si chiamava Teseo.

A partire da questo punto, il mito di Arianna si ramifica in una serie di varianti. La versione più nota e diffusa (che abbiamo seguito per realizzare la nostra telefonata) è quella secondo la quale Arianna si innamorò all’istante di Teseo e lo aiutò nella sua impresa, dandogli una spada cosparsa di veleno e un gomitolo di lana da srotolare nel labirinto, per ritrovare poi facilmente la via d’uscita.

La fanciulla fuggì poi con il giovane ateniese, uscito vittorioso dal labirinto. Poco dopo la partenza, però, Teseo abbandonò Arianna sull’isola di Nasso, approfittando del suo sonno. La principessa venne soccorsa da Dioniso con il quale poi si sposò e visse felice. Alla morte di Arianna, Dioniso depose in cielo il diadema regalato alla moglie il giorno delle nozze, creando così la “Costellazione di Arianna”.

Vediamo ora alcune varianti di questo mito.
1. Partiamo dall’abbandono messo in atto da Teseo: perché sarebbe avvenuto?
a. Secondo la versione più nota, semplicemente perché il principe di Atene sarebbe stato una sorta di dongiovanni e avrebbe voluto sbarazzarsi della fanciulla, per potersi dedicare alle sue avventure amorose.
b. Secondo un’altra versione, invece, Teseo sarebbe stato costretto ad abbandonare Arianna proprio dal dio Dioniso, il quale, innamoratosi della fanciulla, avrebbe ordinato al giovane principe, durante un sogno, di lasciarla, per averla solo per sé.
2. Secondo un’altra tradizione non ci sarebbe stato nessun abbandono: Teseo, innamoratissimo di Arianna, l’avrebbe messa incinta durante la loro prima notte d’amore e, dato che la fanciulla sarebbe stata in preda alle nausee del mal di mare e della gravidanza, l’avrebbe fatta sbarcare sull’isola di Cipro, nell’attesa che partorisse. Arianna sarebbe morta durante il parto, lasciando un Teseo profondamente addolorato.
3. Anche sull’isola di Nasso, presso la quale, secondo la versione più comune, Arianna sarebbe stata abbandonata, troviamo notizie contrastanti:
a.alcuni sostengono che l’abbandono sarebbe avvenuto in realtà su un’isola chiamata “Dia”, ossia “la Luminosa”, a pochissimi km di distanza da Cnosso;
b. in secondo luogo, dando per valida l’ipotesi che l’isola in questione sia veramente Nasso, quest’ultima viene descritta come un luogo desolante e quasi disabitato, adatto a descrivere metaforicamente il dolore di Arianna nel momento dell’abbandono; in realtà, le fonti storiche ci tramandano notizie di un’isola fiorente e civilizzata.

La presenza di tante versioni di uno stesso mito è frutto della tradizione orale cui i miti stessi furono soggetti per secoli, prima di essere messi per iscritto e consegnati in forma stabile alla memoria perenne dell’umanità.
Una curiosità sul nome stesso dell’isola: visto che Arianna sarebbe stata abbandonata a Nasso, è molto probabile che sia derivato da qui il modo di dire “piantare in asso” qualcuno.

Storia del monumento

PERCHÉ UN FRANCESE A PARMA? Nel 1748, Filippo di Borbone e la moglie Luisa Elisabetta di Francia divennero rispettivamente duca e duchessa di Parma.

Proprio a partire da quel periodo, Parma conobbe un nuovo splendore culturale, dopo quello vissuto in epoca rinascimentale grazie alla famiglia Farnese.
Siccome la duchessa era francese, furono numerose le personalità che giunsero dalla Francia, per stabilirsi a Parma e arricchire la città dal punto di vista politico e culturale: una di queste fu Guillaume du Tillot, ministro della cultura durante il regno di Filippo ed Elisabetta. Du Tillot chiamò dalla Francia due grandi artisti, l’architetto Ennemond Alexandre Petitot e lo scultore Jean-Baptiste Boudard.
Mentre il Petitot si occupò della ristrutturazione del Parco Ducale e della Reggia di Colorno, e realizzò nuove costruzioni, come il Tempietto d’Arcadia o il Casinetto Petitot, il Boudard si dedicò alla creazione di numerose statue da collocare all’interno del Parco Ducale e in alcuni punti della città. Boudard fu talmente produttivo da meritare il titolo di “statuario di corte”.

JEAN-BAPTISTE BOUDARD (1710-1768) nacque a Parigi nel 1710; era figlio d’arte: suo padre era un artista e lavorava presso la zecca di Stato alla corte di Luigi XIV. Boudard, fin dalla prima infanzia, manifestò la sua bravura e nel 1722 giunse a Roma per studiare le opere dei Musei Capitolini e Vaticani. A Roma, nel 1740, realizzò la statua di San Gregorio Magno presso la basilica di San Giovanni in Laterano. Successivamente si trasferì a Napoli, poi forse a Venezia e, infine, tornò in Francia.
Nel 1749, tuttavia, ritornò in Italia e si stabilì definitivamente a Parma, dove lavorò fino alla morte per idropisia, avvenuta a Sala Baganza nel 1768, pochi mesi dopo avere ottenuto il titolo di “Primo statuario di corte”. La sua tomba è ancora oggi visitabile proprio a Sala Baganza, nella chiesa parrocchiale.

PRINCIPALI OPERE DI BOUDARD A PARMA Boudard, insieme a Petitot e a tanti altri uomini di cultura, divenne insegnante presso l’Accademia delle Belle Arti di Parma, istituita da Du Tillot. Realizzò poi, in stile neoclassico, ben undici statue e cinque vasi per arredare il Parco Ducale; tra le statue, tutte di argomento mitologico, ricordiamo: Arianna, Bacco, Zefiro, Flora, Apollo, Venere, Naiade rapita e il gruppo del Sileno.
In seguito scolpì la Vergine Incoronata per il Palazzo del Governatore in Piazza Garibaldi, due statue per il Tribunale e i vasi per il Casinetto Petitot; realizzò degli stucchi per la Reggia di Colorno e il busto di Leopoldo d’Assia-Darmstadt che si trova nella chiesa dei Cappuccini a Fidenza.

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