Filippo Corridoni | 1887-1915

Sindacalista

Classe: 4°B Ginnasio, Liceo Classico Romagnosi, A.S. 2018/19

Coordinato da: Renata Anna Pellegrino, Paola Ermogene

Voce Carlo Ferrari

Dove mi trovo

Storia del personaggio

FILIPPO CORRIDONI (1887-1915) Corridoni nacque nel 1887 a Pàusula, oggi Corridonia (Macerata) da famiglia operaia.


Frequentò l’istituto industriale di Fermo, appassionandosi alle letture di Carlo Pisacane, Mazzini e Marx ed iniziando a dedicarsi alla difesa dei più deboli.
Nel 1905 si trasferì come operaio metallurgico a Milano, dove aderì al socialismo e nel 1907 divenne segretario della sezione giovanile del Partito Socialista Italiano.
Nel 1911 si oppose alla guerra in Libia: aveva compreso che avrebbe portato la crisi, a danno dei lavoratori. Fondò diversi giornali di propaganda rivoluzionaria: “Bandiera rossa”, “Bandiera proletaria”, “Bandiera del popolo” e prese parte all’Unione Sindacale Italiana (USI)

Approvato da Mussolini, allora direttore dell’“Avanti!”, fondò l’USM (Unione Sindacale Milanese), ma subito dopo venne arrestato. Complessivamente nella sua vita scontò cinque anni di detenzione; subì anche l’esilio, in Francia e in Svizzera.
Rientrato in Italia, giunse a Parma con lo pseudonimo di Leo Celvisio: partecipò agli scioperi dei braccianti, iniziando un’intensa frequentazione con i fratelli De Ambris, figure importanti del sindacalismo parmigiano. Nel 1915 si convertì all’interventismo, mostrando la sua approvazione per la guerra. I sindacati tedeschi avevano dichiarato di essere prima cittadini tedeschi e poi lavoratori: il sogno di Corridoni di unione sindacalista internazionale finiva.
Partì per il fronte il 25 luglio 1915, nonostante la tisi che lo tormentava da anni. I testimoni narrano che al segnale d’attacco era sempre fra i primi a lanciarsi verso la trincea avversaria dove, in piedi, agitava il berretto gridando “Vittoria! Viva l’Italia!”.
Morì sul Carso alla Trincea delle Frasche il 23 ottobre 1915 mentre l’esercito italiano cercava di conquistare la via verso Gorizia; il suo corpo scomparve nell’infuriare della battaglia. Ricevette la medaglia d’argento, trasformata poi in oro, alla memoria.
L’interventismo, la morte eroica, i racconti di chi gli fu vicino nelle ultime ore, il mistero del corpo mai ritrovato, alimentarono una strumentalizzazione: l’esaltazione del Corridoni come eroe fascista, che raggiunse il suo apice nel 1931, quando Pàusula divenne Corridonia.
Caduto il fascismo la sua figura, proprio per la celebrazione che ne aveva fatto la dittatura di Mussolini, cadde nell’oblio. Gli studi su Corridoni risentono ancora di questa situazione, ma negli ultimi anni si sta procedendo ad una riscoperta critica di questa personalità, grazie all’attività di circoli culturali a lui dedicati a Parma, Milano e Corridonia dove è stato allestito presso la casa natale il “Museo Filippo Corridoni”.

Storia del monumento

INAUGURAZIONE monumento: 1927

Posizione: Piazza Corridoni (ex Piazza della Rocchetta).
Autori: Progetto complessivo dell’architetto Mario Monguidi, scultura in bronzo di Alessandro Marzaroli.
Data di collocazione: Opera inaugurata da Edoardo Rossoni il 30/10/1927.
Materiali: Breccia di Verona il basamento - Marmo botticino e mosaico il fusto - Bronzo la statua.
Stato di conservazione: Ottimo (restaurato nel 2008 da Paolo Somacher e Guglielmo Gaiani).
Descrizione: La statua alta 4 metri rappresenta la morte di Corridoni, colpito al petto da una pallottola durante la Prima Guerra Mondiale. Scolpite nel fusto le allegorie della povertà, della fede, dell'amore e della vampa, che sintetizzano gli ideali di vita dell'eroe sindacalista. Nel basamento di forma quadrata sono scolpite quattro teste d’aquila e quattro teste umane; più in basso quattro iscrizioni, di cui solo due oggi leggibili.
Notizie e contestualizzazione storica: Il monumento fu collocato nel punto in cui il popolo di Parma aveva, nel 1922, respinto le squadre fasciste. Mussolini approvò personalmente il progetto con parole d'entusiasmo. Fu, da un lato un “atto di pacificazione” con il Quartiere dell’Oltretorrente (per cui era in progetto un grande risanamento urbanistico), dall’altro un appropriarsi della figura di un eroe popolare, che veniva presentato come simbolo del valore patriottico del nuovo regime.

Iscrizioni:
basamento nord:
A FILIPPO CORRIDONI / CHE TUTTE ACCOLSE NEL MAGNANIMO CUORE / LE PASSIONI DELLA PLEBE ITALIANA / SANTIFICANDOLE / VOLONTARIO DELLA MORTE E DELLA GLORIA / TRA I CANTI DELLA PATRIA / SUL CRUENTO CALVARIO DELLE FRASCHE
basamento sud: XXVIII OTTOBRE A. V°

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